LEGO® 76911 – Aston Martin DB5 – Recensione
Un altra icona molto attesa va ad arrichhire le fila delle Speed Champions : La mitica Aston Martin DB5 di James Bond , l’agente segreto più famoso del mondo…almeno per noi AFOL!
Costruita nel 1964 è utilizzata in 7 pellicole della saga di 007: con Sean Connery in “Goldfinger” (1964) e “Thunderball” (1965) con Pierce Brosnan in “GoldenEye” (1995), “Tomorrow Never Dies” (1997), “The World Is Not Enough” (1999), con Daniel Craigh in “Casinò Royale” (2006) e “SkyFall” (2012).
Per gli amanti della saga e del veicolo dotato di paraurti estensibili, mitragliatrice Browning calibro 30, vetri e schermo posteriore antiproiettile, radio, telefono e radar nascosti nel cruscotto, sedile passeggero e tetto eiettabili, lame estensibili nei perni delle ruote, generatore di fumo, targhe intercambiabili è senz’altro un set da prendere al volo, ma come il suo predecessore non è privo di evidenti e fastidiosi difetti.
Infatti il Lego Creator Expert 10262 del 2018 è un’altro di quei prodotti che ha diviso i fan tra chi lo condannava per le linee “oscene e squadrate” che effettivamente non rendono giustizia alla sinuosità del modello originale e chi ne elogiava il grande lavoro ingegneristico dietro a tutte le funzionalità del modello atte a ricreare i trucchi e le dotazioni dell’auto di 007.
La piccola Speed Champion di prossima uscita invece, già dalla confezione, ci convince di più in fatto di linee malgrado la sua scala ridotta e si notano subito dei pezzi nuovi che già fanno impazzire i moccatori di mezzo mondo. Gli adesivi sono tanti, come tante sono le targhe destinate ad essere incollate su tile cromati 1×3 (un vero spreco a mio avviso).
Dopo aver assemblato il fratello brutto di Daniel Craigh passiamo ad un telaio che fa subito capire il livello di snot che ci aspetta nei passaggi successivi e ci imbattiamo presto nell’ormai celebre e nuovo plate 1×5.
Dopo poco ecco che un altro pezzo molto atteso, un tile stondato 1×2 – in questo caso stampato- fa la sua comparsa per la definizione dei gruppi ottici posteriori.
Niente male l’ utilizzo snottato del nuovo brick alto due plate sempre per la chiusura del baule. certo, i bracket a supporto dei fanali danno un po’ fastidio sbordando con il loro angolo dal nuovo tile, ma ci accontentiamo e andiamo avanti.
Un ulteriore e curata rifinitura del retrotreno la si ottiene componendo il paraurti cromato, posto in basso sotto il baule, peccato però che ci sia una forte discromia tra i pezzi da accostare che va ad inficiare parecchio la soluzione tecnica escogitata che è di gran livello.
Ulteriore discromia e stavolta decisamente più accentuata, la troviamo nella scelta del metallic silver destinato alle corna utilizzate per i rostri del paraurti, pezzo perfetto, colore pessimo, ma il nostro James non se ne cura e si fa una cantata con la leva del cambio extra !
Aprendo la busta n° 2 ci troviamo subito di fronte ai famosissimi FATT’APPOSTA ossia gli attesi pezzi nuovi di questo set che sono dei nuovi slope curved angolari (con fanali stampati) e un lunotto dalle linee decisamente vintage dotato di un’ampia parte stampata di cui parleremo dopo.
Proseguendo con gli interni in pelle nera troviamo che anche qui viene usato l’escamotage di fissare il parabrezza più in basso della linea degli sportelli per favorire la silouette del veicolo, si va avanti e si prosegue con le fiancate bombate fino ad imbattersi in un piccolo errore di verso di applicazione di un adesivo allo step 54 delle istruzioni. Il risultato delle fiancate, coronato dai famosi fatt’apposta è decisamente ottimo.
Si prosegue e ci si ripete nell’errore qualitativo all’assemblaggio del paraurti cromato anteriore: una serie di snot e di accostamenti davvero ottimi rovinati da una discromia imbarazzante tra loro.
La delusione passa in fretta non appena si va a lavorare sul motore e sulle soluzioni adottate che sono davvero geniali e che rispettano tantissimo la resa estetica del modello. Presa d’aria, convessità del cofano e i pezzi stampati per l’imponente ed iconica griglia frontale chiudono il muso della DB5 in maniera fantastica !
Le ruote sono del vecchio modello, con cerchi e gomme separati, ma per ovvie ragioni, dotare la vettura di borchie atte a simulare i cerchi a raggi tipici dell’epoca che comprendono il celebre dado di fissaggio a tre razze.
Ma veniamo alla nota dolente di questo set, così curato e stilisticamente ricercato da non meritarsi un errore di questa entità: il colore del lunotto.
E’ qualcosa che veramente disturba in maniera profonda e decisa chi si appresta a chiudere il modello, è un errore forse quasi banale, ossia la resa della verniciatura su un pezzo trasparente…insomma, qualcosa di davvero imbarazzante. Ecco a voi infatti il confronto diretto tra il pezzo del lunotto e i tile LBG del tetto.
Una leggerezza che io davvero non mi spiego come possa aver passato i controlli di qualità di TLG e tantomeno come non si sia stati in grado di trovare una soluzione idonea al problema che nell’immagine successiva si rende più che evidente: un tetto bicolore !
Non che la soluzione approvata per la rifinitura del tetto, in cima al parabrezza sia meno discutibile, ma pensare di produrre in massa un pezzo appositamente studiato per questo set, con una colorazione così oscenamente distante dal resto dei componenti mi da da pensare.
Tranquilli ! probabilissimamente nessun bambino che farà inseguire a Bond qualche cattivo tra il tavolo della cucina e il tappeto in salone si sentirà offeso dalla verniciatura poco coerente, ma come AFOL penso che saremo tutti concordi sul fatto che è stato davvero un peccato non rendere onore a così tanto lavoro per questo modello.
Si ringrazia il Gruppo LEGO® per aver fornito a Brick.it Magazine una copia recensione del set. Tutte le considerazioni espresse in questa recensione sono frutto dell’opinione personale dell’autore.