LEGO® 75331 – Star Wars™️ Razor Crest – Recensione

LEGO® 75331 – Star Wars™️ Razor Crest – Recensione

Sono di parte. Adoro l’universo di Star Wars e adoro la serie dedicato al Mandaloriano. Così quando LEGO mi ha proposto di poter recensire in anteprima il nuovo set Razor Crest UCS, ho atteso con trepidazione l’arrivo dell’enorme scatolone marrone contenente gli oltre 6000 pezzi che compongono questo bestione.

La confezione
Come tutti i set UCS anche questo si trova nella consueta ed affascinante scatola nera, con il marchio LEGO Group, Star Wars e Disney. Lungo il bordo inferiore della scatola troviamo la striscia nera di elementi greebled che contraddistinguono i set destinati ai costruttori adulti. La parte anteriore del box è dominata da un’immagine della Razor Crest in tutta la sua possanza.
Anche questa volta troviamo un piccolo logo associato al nome del set, raffigurante il simbolo del Mudhorn che contraddistingue il nostro eroe.
La parte posteriore della scatola ci regala invece un’altra vista dell’astronave con la targhetta espositiva e i personaggi principali dello show. Troviamo quindi Din Djarin, Grogu nel suo ovetto da trasporto, un Mythrol (una specie aliena simile a degli anfibi) e Kuiil (un ugnaught) a cavallo di un blurrg. Ok, per chi non ha dimestichezza con l’Universo creato da George Lucas, potrebbero sembrare delle lettere messe a caso, ma vi garantisco che rispondono a personaggi della serie.

Apriamo la grande scatola nera e all’interno troviamo altre due scatole più piccole, decorate con alcuni di quegli splendidi disegni che apparivano nei titoli di coda della serie. Un spettacolo. Un packaging da conservare assolutamente.

Apriamo la prima scatola, quella con un simbolo misterioso che somiglia ad un numero uno ed estraiamo il contenuto. All’interno una serie di buste numerate da 1 a 19 e due cartoni contenenti le prime due parti delle istruzioni con un insolito sfondo arancio. Già da qui immaginiamo quanto potrà essere grande questo spettacolare UCS.

La costruzione
Partiamo subito, poiché, è vero che mi è arrivato 10 giorni fa, ma tra famiglia, lavoro e impegni vari non è che rimanga molto tempo per assemblare un bestione da 6187 pezzi. Comunque con le prime buste iniziamo a costruire lo scafo.

Per prima cosa costruiamo il protagonista, Din Djarin, ma lo accantoniamo per vedere poi in un secondo momento tutte le minifigure presenti nel set. Cominciamo quindi con alcuni plate e pezzi Technic e costruiamo il fondo della Razor Crest. Essendo 36 buste ho deciso di scorrere rapidamente la costruzione per privilegiare i particolari che si trovano nel set.


Passiamo dunque alla seconda busta per cominciare a pavimentare la nave e abbozzare le pareti. In questa fase viene anche costruito un apparecchio la cui funzione, fino all’installazione della cabina della carbonite resta misterioso. Il pavimento è ricoperto di tile di diverse dimensioni che creano un bellissimo effetto. Passiamo alla busta tre e iniziamo ad abbozzare la parte anteriore dell’astronave. Qui inseriamo delle fruste rosse (non le avevo ancora trovate di questo colore) che simulano cavi elettrici.

Con la busta quattro, ecco la prima splendida sorpresa: due casse con i sigilli stampati dell’Impero e, soprattutto, il Jet-pad e il casco di Boba Fett. Uno splendido riferimento al cacciatore di taglie più famoso della galassia e alla prima puntata della seconda stagione, quando facciamo conoscenza con lo Sceriffo Cobb Vanth. Stiamo iniziando a costruire le pareti dello scafo e abbiamo una prima (ancora parziale) idea delle dimensioni di questo set.
Sempre con questa busta alziamo la struttura che poi sarà coperta dalle fiancate e inseriamo un po’ di arredamento, o meglio di armi.

Busta cinque: ci occupiamo della cabina di pilotaggio, che contrariamente a quanto avevo ipotizzato sinora si trova più in alto. Nella parte anteriore andiamo così a costruire due piani, in cui quello superiore con computer e strumentazione di bordo. Passiamo al posteriore con la busta sei e allunghiamo (ce ne fosse ancora bisogno) lo scafo. Diventa sempre più grande!

Busta sette. Creiamo la rampa posteriore di accesso. Nel telefilm si vede spessissimo ed è realizzata con cura. Resistente e funzionale, ha un’ottimo sistema di movimento.
Torniamo all’anteriore con la realizzazione del muso. Una serie di snot e di tile ci permettono di creare la parte inferiore della cabina di pilotaggio che prontamente fissiamo al corpo della nave. L’effetto è piacevole, anche se, viste la lunghezza, me lo sarei aspettato un po’ più grosso. Per intenderci questo pezzo è largo 8 stud, non pochi, ma la nave raggiunge i 72 cm…

Con la busta dieci inauguriamo il secondo libretto di istruzioni e, finalmente, cominciamo a realizzare le fiancate. Era ora. Sono giorni che costruisco e continuo a vedere lo scheletro della nave. Il pannello da cui partiamo è quello anteriore sinistro. Ha degli splendidi inserti gialli, che però differiscono un po’ dal giallo degli adesivi a cui si accompagnano. Peccato, ma finora è l’unico difetto che ho trovato. Una volta realizzato il pannello sinistro, ci occupiamo di quello speculare sul lato destro. La struttura è la stessa, mentre cambia leggermente (e mi piace molto!) La posizione di alcuni tile, dando così un effetto ‘usato’ molto bello e tipico dell’universo di Star Wars.

Con i pezzi contenuti nella busta undici proseguiamo con il lavoro delle fiancate. Queste sono collegate con giunti sferici e con clip. In questo modo l’aggancio è solido ed è anche possibile realizzare le pendenze e gli angoli di cui abbiamo bisogno per rendere lo scafo il più possibile simile a quello visto sullo schermo.
La dodici ci permette di chiudere la fiancata di destra con la stessa tecnica.

A questo punto ci occupiamo dei piedi della nave. Prima quello sinistro, poi quello destro, infine quello centrale. Una volta realizzati, dobbiamo (con molta attenzione) capovolgere tutto ciò che abbiamo costruito per agganciare i piedini. Una volta costruiti i due laterali vanno agganciati alla barra grigia che spunta dal lato, mentre quello centrale anteriore sotto lo scafo.
Devo dire che è stato un passaggio (visto il peso raggiunto) che mi ha dato un po’ d’ansia, ma la robustezza è veramente incredibile e tutto si è svolto senza intoppi.

Busta quindici, torniamo a mettere in posizione la Razor e ci occupiamo dell’interno con un altro po’ di arredamento. Questa volta realizziamo un armadio pieno di armi, su cui viene appoggiato un tile con un adesivo giallo (lo vedete nella foto centrale qui sotto) riproducente un manuale del perfetto genitore (o almeno io l’ho interpretato così), che aiuterà Mando a diventare un buon padre per il Bambino. Poi realizziamo due blocchi di carbonite in cui il cacciatore di taglie ha ‘congelato’ due ricercati. Purtroppo si tratta di due Brick 2x1x6 cui dobbiamo attaccare degli adesivi. Io trovavo bellissimo il pezzo in cui inserire Han Solo nello Slave I UCS 75060.

Proseguiamo con gli interni con la busta sedici. Questa volta ci occupiamo della cabina di pilotaggio. Costruiamo i comandi di guida e la parte posteriore in cui inseriamo la culla levitante di Grogu (secondo personaggio che troviamo) e un’altro Easter Egg dello show: un vaso con delle uova, che attireranno sicuramente l’attenzione del piccolo alieno.
Continuiamo poi a fissare i pannelli laterali. Questa volta ci occupiamo della parte superiore e frontale con due pannelli che affiancano la cabina di pilotaggio. Anche questi sono collegati con dei giunti sferici e delle clip e sono, forse, il particolare più fragile assemblato sino ad ora.

Con i pezzi contenuti nelle ultime buste della prima scatola, cominciamo a realizzare anche la copertura del posteriore. Si tratta di una serie di plate e di tile che creano un bell’intreccio e un gran senso di solidità. Il peso della nostra nave comincia ad essere notevole.
Anche qui riusciamo, grazie a giunti e clip a impostare angolazioni particolari. Sono tecniche costruttive semplici, ma molto efficaci.

La confezione – parte 2

Nottate di costruzione e siamo solo a metà! Non si vede la fine… è davvero un tour de force arrivare al finale. Apriamo la seconda scatola e estraiamo il contenuto.
All’interno buste numerate dalla 20 alla 36 e una busta contenente due libretti di istruzioni e il consueto tile nero su cui poi attaccare l’adesivo con i dati della nave.

La costruzione – parte 2

Apriamo la busta 20 e cominciamo ad abbozzare la struttura centrale che sorreggerà le due ali con i possenti motori della Razor Crest. In ogni busta si trovano pochi pezzi, quindi si passa velocemente da una parte all’altra. Rispetto a quanto costruito sinora qui ci sono un po’ di ripetizioni in più, ma vista la velocità con cui si procede, non subentra la noia.

Prima facciamo la parte posteriore, poi con la busta 21 quella anteriore.
Anche qui grazie ai soliti giunti riusciamo a realizzare delle inclinazioni e delle combinazioni veramente interessanti. Un paio di tecniche snot assieme a dei parafanghi d’auto, infine, ci regalano degli interessanti dettagli.

Mettiamo da parte lo scafo della nave e cominciamo ad occuparci dei motori e della struttura che li sostiene. Iniziamo con un bel po’ di colore, che dopo tanto grigio ci ravviva un po’. Anche qui agiamo in doppio, prima la struttura sinistra, poi la sua gemella destra. Si procede di pari passo per tre buste, la 22, la 23 e la 24. Passaggio dopo passaggio la struttura si irrobustisce e si ingrandisce.

Dopo l’arcobaleno di colori, torniamo al nostro grigio, cominciando con la copertura della struttura che supporta le ali, anche qui (busta 25) si procede in coppia prima con un lato, poi con l’altro.

Passiamo alla busta 26, e qui iniziano i problemi. Si tratta di realizzare la copertura delle turbine con slope e tile. Non so agli altri recensori, ma a me in fase di costruzione alcuni pezzi si staccano quando per attaccare i panelli successivi, sono costretto a ruotare la costruzione, ad appoggiarla su un piano e a premere per attaccare punti in cui difficilmente gli stud del sistema LEGO possono reggere pesi e pressioni importanti. Ecco qui ho riscontrato il primo vero difetto di questo altrimenti splendido set.   

Busta 27, proseguiamo con la copertura. Anche qui slope e plate, agganciati non proprio in maniera saldissima grazie ad un sistema snot con Brick 1x2x2 modified. L’aggancio continua a non essere dei migliori, ma una volta completata tutta la copertura della turbina, diventa (leggermente) più stabile.

Passiamo alla busta 28 e riproduciamo tutto quello fatto sinora al motore di sinistra su quello di destra. Vi risparmio i passaggi e i difetti di solidità, perché (ovviamente) sono i medesimi. Alla fine abbiamo una situazione quasi completa.

Dobbiamo aprire le buste 30 e 31 per realizzare qualcosa di nuovo. Intanto troviamo la mnifigura del Mythrol, poi iniziamo con il montaggio della parte anteriore delle turbine. Sono realizzate molto bene, con una serie di slope e di plate. Mentre al centro si trovano dei dish che simulano le ventole che immettono aria nel motore. Infine aggiungiamo una lunga catena (41 maglie) su ogni lato.

Con le 32 e 33 invece ci occupiamo della parte posteriore. Anche qui slope, plate round formano la struttura, mentre un cone e un’altra catena (questa volta da 38 maglie) completano il tutto. L’effetto è notevole. Abbiamo così terminato i nostri motori.

A questo punto posizioniamo il nostro blocco motori sullo scafo. Si incastra alla perfezione anche se non c’è un vero e proprio aggancio.

Resta ormai poco da costruire. Così apriamo la busta 34 per creare il cupolino della nostra Razor Crest. Anche qui una serie di slope e di plate con tecniche snot ci garantiscono una pregevole curvatura.
Oltre al cupolino con i pezzi di questa busta costruiamo anche la capsula di salvataggio che viene posizionata al centro delle ali. Pochi passaggi e siamo davvero al termine di questa avventura.

Apriamo la busta 35 e ci occupiamo dei due mitragliatori laterali. Sono grandi e realizzati in maggior parte con pezzi Technic. Una volta messi a sinistra e destra della cabina, all’interno delle ultime due fessure rimaste, la nostra Razor Crest è finita.
Diamo una prima occhiata al frutto della nostra fatica e siamo veramente soddisfatti. È possente, grande e pesante, ma soprattutto robusta oltre ogni aspettativa. Per intenderci, la mia LEGO Room si trova un piano più in basso del punto in cui ho allestito il set fotografico. Ho percorso la ripida scala su e giù durante le varie fasi e non si è mai staccato neppure un pezzo. Veramente complimenti a LEGO per questo capolavoro.

Ok. È vero. Mancava il contenuto della busta 36. Si tratta della base su cui poggiare la targhetta con l caratteristiche e le minifigure e realizzare il Blurrg. Pochi pezzi, e pochi minuti e questa volta siamo davvero alla fine.

Le minifigure
La prima minifigura che incontriamo è quella di Mando. Prima di incontrare Grogu e di ricevere il Beskar con cui completa la sua corazza, Din Djarin sfoggiava una robusta armatura in lega di durasteel e questa minifig si ispira a quei primi episodi della serie. Così, il busto e le gambe rimangono completamente identici a quelli della primissima minifig introdotta nel 2019. Ciò che cambia rispetto a quella minifig sono l’elmo con una visiera molto più proporzionata e il volto, finalmente accompagnato da una chioma di capelli. La cosa però assolutamente inedita sono le braccia decorate.
La spallina destra bicolore fornisce un bel dettaglio, anche se questo spallaccio è stato sostituito con un componente Beskar già durante il primo episodio.

Grogu è indubbiamente il co-protagonista della serie. La sua prima versione apparve nel set 75292 The Razor Crest e da allora non è cambiata.

Prima di essere inviato a recuperare un misterioso bersaglio di cinquant’anni, Din Djarin cattura The Mythrol su Pagodon. Nonostante la mancanza di uno stampo per la testa unico, questo personaggio senza nome è immediatamente riconoscibile, comprese le pinne e le punte stampate sulla sua testa azzurra media.
L’abbigliamento banale del Mythrol corrisponde al suo aspetto sullo schermo. Grande attenzione ai dettagli come le macchie sul busto e la fibbia della cintura in argento metallizzato ne fanno una gran minifig.

Introdotto durante il primo episodio di The Mandalorian, Kuiil non è mai apparso prima in forma di minifigure. Potrebbe quindi diventare una minifigura piuttosto ricercata, anche se la sua realizzazione non mi ha convinto del tutto. La testa sembra allungata ed esagera i caratteristici lembi delle guance di Kuiil, per i quali sono noti gli Ugnaught. Il copricapo e gli occhiali a doppia sagoma sono dettagli ben realizzati. Mi piace il motivo intricato sul fazzoletto da collo di Kuiil, così come la fibbia della cintura dorata. I Blurrg sono stati originariamente introdotti nel film televisivo Ewoks: Battle for Endor, prima di tornare su Ryloth durante Star Wars: The Clone Wars. Ogni volta che LEGO progetta un nuovo animale, ci sono opzioni per produrre uno stampo unico o assemblare l’animale da parti esistenti. Io avrei preferito lo stampo unico, ma ci saremmo persi gli splendidi occhioni di questo animale.

Conclusioni
Come dicevamo poco più sopra il set 75331 – Razor Crest è un set straordinario. È incredibilmente grande e dettagliato. Robusto e con tantissimi rimandi alla serie televisiva, è un vero capolavoro. Credo che la qualità che i designer LEGO hanno raggiunto negli ultimi anni, in special modo con la serie UCS, sia arrivato ad un livello altissimo, soprattutto per quei set in scala minifig, come l’AT-AT (75313) o il Mmillennium Falcon (75192).
Anche le proporzioni del Razor Crest sono estremamente accurate rispetto al materiale originale e adoro le rampe funzionali, che scendono esattamente come mostrato sullo schermo dando al tutto anche una gran giocabilità. 

Ultima considerazione riguarda il prezzo, molto criticato dai fan. Certo 599 Euro non sono pochi e soprattutto non sono alla portata di tutti. Si tratta comunque di un set da 6187 pezzi (seppur molti plate round 1×1…) e con una grandissima cura nel dettaglio e nella resistenza. E rispetto al Millennium Falcon, cui mi sento di avvicinarlo in quanto a bellezza e maestosità, ha un costo più basso. Infine, un pensiero sulle 36 buste di costruzione e gli oltre 1700 passaggi per arrivare alla fine… Si, spaventano, ma si passa da una busta all’altra piuttosto rapidamente, quindi la costruzione risulta comunque piacevole, soprattutto quando dopo tanto Light Bluish Gray, aperta la busta 23, iniziamo ad avere un po’ di colore. Si tratta di parti che poi verranno coperte, ma ravvivano la costruzione. Insomma è un set che consiglio assolutamente.

Si ringrazia il Gruppo LEGO® per aver fornito a Brick.it Magazine una copia recensione del set. Tutte le considerazioni espresse in questa recensione sono frutto dell’opinione personale dell’autore.

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