Incontriamo Flavio Peano, il Guardiano del Faro
Oggi puntiamo i riflettori sul faro che combatte contro le onde di un mare in tempesta, i cui cavalloni sono realizzati grazie alla tecnica dei ROUND PLATE alternati a dei PLATE semplici.
Ciao Flavio, prima di tutto vorrei ringraziarti a nome di tutta la redazione per aver accettato il nostro invito a partecipare a questa intervista. Sei pronto? Comincerei con qualche domandina per sciogliere il ghiaccio, ti chiedo di parlarci un po’ di te. Dove vivi, quale lavoro fai, quanti anni hai. Oltre ai LEGO® quali altre passioni coltivi?
<<Vivo a Busca, città di 11mila abitanti, in provincia di Cuneo. Ho 63 anni compiuti, sono del ’59, e da un anno sono fortunatamente e felicemente in pensione. Sono un ex tecnico del Polo tecnologico delle Poste Italiane. Innanzitutto sono anche nonno di Lorenzo ed è in arrivo una nipotina; sono un praticante di Fitwalking, camminata veloce, vado in piscina regolarmente e faccio parte di una associazione locale che si chiama Ingenium.>>
Conoscendo da un po’ di tempo ciò che costruisci, sto cercando di ipotizzare quali potrebbero essere i set che più ti appassionano, ma ad essere sincero non ne ho la più pallida idea, pertanto ti faccio la domanda diretta. Attualmente quali sono quelli che più ti interessano?
<<Attualmente sono quelli di tipo floreale e gli ARCHITECTURE® anche se, in pratica, non sono così fortemente appassionato di una tipologia, anche perché tendenzialmente realizzo Moc a mio piacimento>>
Diversamente da molti AFOL non ho avuto una Dark Age, in quanto ho cominciato soltanto recentemente ad occuparmi di LEGO®, siccome da bambino ho sempre ricevuto il minimo indispensabile, perciò ho avuto poche occasioni per giocarci, più che altro a casa degli amici, quindi non posso dire di esserne mai stato un appassionato. Invece tu che tipo di AFOL sei? Quello classico che ha cominciato nell’infanzia per poi dimenticare i mattoncini in una soffitta, ed in seguito riscoprirli da adulto, oppure mi assomigli? Pertanto se hai avuto il tuo periodo buio, com’era il tuo approccio con il mondo LEGO® in quel intervallo di pausa? Li avevi completamente ignorati, oppure avevi sempre un minimo di interesse? Ti capitava di soffermarti al supermercato tra gli scaffali dei giocattoli per informarti sulle nuove uscite ad esempio? Inoltre, cosa ti ha riportato al mondo dei mattoncini e a quello AFOL in seguito? Infine, qual era il genere che amavi di più da bambino? Ricordi qualche scatola con affetto?
<<Essendo nato nel 1959, ricordo, che da piccolo giocavo già con dei Lego ed altri giochi in legno similari. Poi crescendo ho smesso e con la nascita dei figli la passione è ritornata, anche se a fasi alterne, poiché anche per loro ci sono stati anni i cui gli interessi erano altri. Negli ultimi quindici anni la passione è tornata ed aumentata.>>
Io ho avuto il piacere di conoscerti personalmente nel primo Albenga Brick. Quella per me, era la mia terza esposizione e la seconda fuori regione. Ricordo con affetto la mia prima volta, per te quale è stata e cosa avevi esposto? Fu allora che hai cominciato a pensare a te come ad un AFOL?
<<Si ricordo benissimo quell’esperienza, era il 2017. Anche per me la prima fuori regione. In effetti l’idea del faro nacque, allo stato mentale, proprio lì in Liguria guardando l’isola della Gallinara. In quell’occasione avevo realizzato una piccola Moc a tema con un molo, un pescatore ed una sorta di faro con una bandiera con il simbolo di Albenga.>>
Il tuo faro nel mare in tempesta esiste già da parecchio tempo, ma soltanto adesso il pubblico virtuale si è accorto della sua presenza. Io personalmente l’ho messo in luce nei miei canali social ed in uno in particolare ha fatto veramente il botto. Come è nata l’idea di riprodurre questa moc?
Lo sai che sulla mia pagina, The Bricks Box, nel momento in cui sto preparando questa intervista ha già raggiunto i 900 LIKE? Ti aspettavi tutto il successo che ne è conseguito? Ti ricordi il complimento più bello e la critica più pesante che hai ricevuto?
<<Come detto prima ad Albenga e poi in seguito guardando le meravigliose immagini del faro di Ar-Men, della Bretagna francese. Mi sono detto perché non provare a farne uno? E poi pian pianino, in inverno, ho iniziato a realizzare il faro. No, non era nei miei pensieri un simile risultato, veramente inaspettato; questo mi sprona ad andare avanti nel mio progetto che non è ancora quello finale. Il bello della mia Moc è proprio questo: è mai finita. La critica più pesante è stata riguardo la luce che non rispecchia la realtà dei fari che utilizzano delle lenti a diadema ma… va bene così. A me piace vedere le facce dei bambini che estremamente stupefatti hanno gli occhi che brillano di stupore.>>
Mentre lo stavi realizzando, a cosa hai dato la precedenza, alla struttura dell’edificio oppure sei partito a costruire prima il mare in tempesta?
<<All’inizio ho realizzato la struttura dell’edificio e il meccanismo interno; per questo devo dire grazie alla preziosa collaborazione di Giancarlo Giacobbe, Afol di Racconigi, per i consigli dispensatemi. Inizialmente il mare era semplicemente realizzato spargendo manualmente dei PLATE ROUND 1×1 trasparenti di color chiaro, azzurro e blu in modo tale da creare un certo effetto di profondità. In seguito, guardando le foto ed i video del faro di Ar-men e delle onde di Nazarè mi sono chiesto se non fosse possibile realizzarne qualcuna; ed è così che è iniziata la macinazione mentale.>>
Immagino che ti sarai divertito moltissimo nel fare questa opera. Quale è stata la parte che ti è piaciuta di più e quella che ti ha dato più filo da torcere? Inoltre, sono curioso di sapere quanto tempo ti ha portato via all’incirca e se hai avuto dei problemi nel cercare di illuminarla. A proposito, che tipo di LED hai usato?
<<Sono anni che, a fasi alterne, lavoro a tale Moc. Ogni parte ha dato il proprio filo da torcere. Ad esempio come sistemare la base della lanterna, quadrata, su una colonna. Come sistemare il motore, i fili le luci. Ma il lavoro “legolista” che mi ha esaltato di più è stato quella per la realizzazione delle onde. Utilizzando dei PLATE 1×2 e dei ROUND PLATE1x1 ho iniziato a realizzare la parte, diciamo, superiore. Poi, un inverno, dopo essere stato un’ora sotto la pioggia sulla Rocca di Montecarlo ad ammirare il mare in burrasca che si infrangeva sugli scogli, ho capito che ai miei cavalloni mancava l’onda vera e propria, vale a dire, la parte sottostante amata dai surfisti. Il difficile, anzi direi, il bello è stato unire le due parti. I Led, invece, sono quelli tipici che si acquistano a strisce che, opportunamente tagliate, le ho collocate sotto le onde per creare ulteriori particolari riflessi. I led sotto le onde sono a loro volta coperti da cupole che nei set ufficiali vengono utilizzati per realizzare gli elicotteri; quelli all’interno del faro sono sistemati sull’incastellatura che supporta i meccanismi di moto della luce del faro stesso. I primi tempi utilizzavo le batterie ma dal lato ecologico ed economico era un dispendio eccessivo e così ho dato fondo alle mie piccole conoscenze di elettronica e sistemato anche quel settore, grazie ad un opportuno trasformatore e dei regolatori di tensione. Altra bella sfida è stata rendere il tutto smontabile e trasportabile.>>
Io sono affezionato nell’usare alcune tecniche ricorrenti e credo che ogni builder ne abbia almeno una. Ti va di dirci quali sono le tue e come mai? Ti ripeto la stessa domanda ma rivolta all’attenzione di un pezzo, ne hai uno particolare che ti piace usare?
<<Devo dire che in merito al faro, ed ai fiori la mia tecnica preferita è quella di giocare con le forzature dei BRICK1x2 e ROUND1x1 e relativi PLATE che permettono di dare una certa plasticità e rotondità a quello che realizzo. Mi piacciono i trasparenti chiari, azzurri, blu ed altri colori quali il viola, giallo e verde che alternati permettono delle sfumature particolari.>>
Per un AFOL, per quanto mi riguarda, poter partecipare agli eventi è qualcosa di indescrivibile. Purtroppo abbiamo passato noi tutti per via del Covid una sorta di dark age forzata. Mi sto domandando quanto ti sia mancato in quel periodo non poter esporre ed incontrare altri costruttori. Recentemente hai avuto occasione di riprendere questa attività e quali sono state le tue emozioni?
<<In quel periodo, a seguito del lavoro che svolgevo, ho praticamente sempre lavorato, anzi per noi tecnici è stato un periodo veramente intenso a causa del cambiamento del modo di lavorare e seguire le attività che i colleghi svolgevano a casa o negli uffici postali; quindi mi è pesato meno. Dal lato Afol mi sono mancati gli incontri e le esposizioni, ma, nel contempo, l’ho vissuto proprio come una revisione ed aggiustamento di quanto stavo realizzando, passando sere a provare e riprovare ed a studiare e cercare di realizzare nuove idee. È stata una grande emozione, quando abbiamo finalmente ripreso le attività espositive.>>
Scambiando le mie impressioni con molti amici costruttori, molto spesso emerge una piccola questione “delicata”, ovvero ogni AFOL ha una famiglia alle spalle che spesso lo supporta ed altre volte lo sopporta. Come si approcciano i tuoi cari con la tua passione? Sono i tuoi primi fans oppure spesso assecondano la tua passione senza darci molto peso?
<<La più severa osservatrice e consigliera è mia moglie Livia, che definisco anche come sceneggiatrice e paesaggista. Altro importante consigliere e critico è mio figlio Matteo, anche lui Afol appassionato di ARCHITECTURE®. Sono loro i primi che mi spronano, frenano, incoraggiano o bocciano le mie idee allo stato embrionale. Partendo dalle mie idee realizzo dei prototipi in varie colorazioni e li sforzo a pensare come potrebbe essere il risultato finale.>>
Hai mai pensato a cosa farai tra dieci anni? La tua passione per questo fantastico mondo di mattoncini sarà la stessa oppure ti sei dato una scadenza per passare ad altro di più stimolante?
<<Sì. In questo periodo sì, penso tanto a cosa verrà. Mi vedo con mio nipote Lorenzo, mio figlio Matteo e mia moglie Livia a qualche bella esposizione; tutti appassionatamente insieme a giocare con i mattoncini. Infatti, mio nipote Lorenzo, che anche se ha solo tre anni, gioca già con i mattoncini e gli sto insegnando alcuni rudimenti di costruzione. Ha iniziato con i Duplo ma vuole già quelli ‘piccoli come i grandi’. Tutto per me è stimolante, come detto prima, ho altri interessi che coltivo con passione e tanta curiosità. Sono altresì consapevole che con il tempo alcune cose cambieranno, tuttavia, credo di conservare sempre questa passione per il mondo dei mattoncini; è troppo divertente e rilassante.>>
Ultimamente, il format televisivo LEGO MASTERS sta avendo una versione in quasi tutte le nazioni dove i LEGO® sono maggiormente venduti. Io sono convinto che come tutti prodotti televisivi, sia una cosa molto forzata, dove ogni partecipante debba recitare una parte. Hai anche tu questa sensazione? Se la facessero anche da noi, ti piacerebbe partecipare? Ti senti un costruttore in grado di lottare contro il tempo oppure sei più un builder riflessivo che migliora le proprie opere dopo svariati tentativi?
<<Ho visto diverse edizioni. Non sarei assolutamente in grado. Sono troppo statico su alcune tipologie di lavori e, veramente, sono consapevole di non avere i numeri. Chi partecipa è veramente bravo; sopra le righe, direi quasi irraggiungibile. Anche perché alla base di tutto credo che ci sia anche una grande dose di velocità; non è nelle mie corde, le mie idee vengono elaborate somatizzate e poi realizzate. Ad esempio anche il presepe con figure in miniland è da quasi dieci anni che aggiungo pezzi, figure e scenette. Questo per dire che a Lego Master occorre una certa celerità, bravura e competenza che mi mancano.>>
Ultimamente alla LEGO® hanno capito che il mercato degli AFOL può rendere davvero bene e secondo me stanno calcando un po’ troppo la mano con le uscite di set molto imponenti e soprattutto costosi, dimenticandosi loro stessi che in fin dei conti i mattoncini sono solo un giocattolo. Che cosa ne pensi delle nuove linee dedicate agli adulti, come ad esempio quelle scatole botaniche che strizzano l’occhio al mercato femminile, oppure i quadri mosaico che cercano di catturare l’attenzione anche di chi propriamente AFOL non è?
<<Credo che alcuni prezzi siano fuori dalla mia portata e dalla mia concezione di giocare con i Lego. Recentemente mi piacciono i set di tipo floreale poiché mi danno la possibilità di realizzare dei vasi come piacciono a me e, non ultimo, aver la possibilità di realizzare altri fiori di colori e forme diversi. Faccio un esempio: con i tulipani, oltre a quelli tipici del set, ne ho realizzati un decina di altri colori e contestualizzati in una simil aiuola a forma di quadrifoglio con coccinella ed inserendo sui fiori delle farfalle o dei bruchi.>>
Ho iniziato a giocare con i LEGO® circa sette anni fa, grazie alla passione che cominciava a coltivare mia figlia in tenera età, pertanto non ho avuto una dark age, ma qualche volta mi domando se mai ne avrò una o per lo meno ho immaginato come potrebbe essere la mia vita senza i mattoncini. Ho conosciuto così tante persone che mi domando come potrei tornare in dietro e far finta che non sia esistito nulla. E tu, ci hai mai pensato? Come sarebbe la tua vita senza?
<<Sicuramente con altri impegni come lo era prima; divisa tra la famiglia e diverse associazioni di cui facevo e faccio parte. Fortunatamente ho sempre avuto, ed ho, tanti interessi e molto variegati tra di loro.>>
Come già saprai, sono una specie di animale da social. Sono un po’ dappertutto e, tra la mia pagina, il mio gruppo e persino questa collaborazione per Brick.it Magazine, ho potuto conoscere ed appassionarmi a diversi costruttori. Ne seguo le gesta e ammiro le novità che pubblicano di tanto in tanto ed ovviamente li propongo sui miei canali. Tanto è vero che ho una ristretta cerchia di Master Builder che mi studio con più attenzione per apprendere trucchi e soluzioni innovative. Anche tu hai degli artisti preferiti dai quali trai spesso ispirazione nelle tue opere o nelle tecniche utilizzate?
<<Non seguo nessuno in particolare. Tutto desta in me curiosità ed interesse; cerco di recepire le tecniche utilizzate e farne tesoro. Ammiro tutti coloro che realizzano Moc e contestualizzazioni varie. Ognuno di noi, ed è il bello dei mattoncini, ha un modo del tutto personale di giocare e divertirsi con i Lego.>>
Se sei arrivato fin qua indenne, vuol dire che hai superato a pieni voti l’intervista, perché questa è la mia ultima domanda. A dire il vero è la tua. Sei soddisfatto di questa intervista oppure c’è una questione che piacerebbe ti venga posta? In tal caso quale sarebbe? Su dai, non essere timido e fatti una bella domanda alla quale dovrai risponderti.
<<Soddisfattissimo e piacevolmente sorpreso. >>
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