LEGO® Heroes – Recensione
Il pensiero di partenza del gioco dei mattoncini colorati è che tutto può essere pensato, costruito senza porre realmente alcun freno alla fantasia.
La meraviglia di questo pensiero è che dal gioco al concreto il passo è breve.
In questo libro gli eroi sono persone che sono arrivate ad idee geniali attraverso i LEGO®.
Hancock racconta le storie di 12 personaggi, sparsi in giro per il mondo, che hanno guardato i mattoncini danesi sotto un altro punto di vista facendoli rendere al meglio in contesti diversi da quello ludico originale.
Il primo si chiama Carlos Arturo Torres, colombiano, che ha realizzato delle protesi di arti superiori per bambini del suo Paese.
I LEGO® si sono prestati facilmente in questa nuova veste , grazie anche alla partneship con LEGO® Future Lab e l’organizzazione no-profit CIREC. La particolarità di queste protesi, oltre ad essere realizzato con un sistema compatibile con i brick, è che vengono progettate in funzione dei bisogni di ogni bambino.
Sono proprio le necessità di ogni bambino il fulcro di ogni protesi realizzata soprattutto per preservare l’inclusione senza mai perdere l’originalità della costruzione.
Piccolo spoiler: ogni protesi può essere naturalmente personalizzata dal suo possessore.
C’è chi invece usa i brick per quello che sono cioè mattoncini.
Un capitolo infatti è dedicato all’artista tedesco Jan Vormann, che girando il mondo ha cercato di fare street art ma senza andare ad intaccare strutture già esistenti, ma bensì andando addirittura a riparare muretti, o rattoppare buchi sulle pareti degli edifici.
La bellezza di questa idea sta nella sua semplicità ma anche nella facilità di apprezzamento da parte di ogni persona, senza distinzione di età, sesso, cultura o nazionalità.
Un dettaglio simpatico riguarda i pezzi usati, se infatti solitamente Vormann usa i classici mattoncini ogni tanto gli piace inserire nella costruzione, ispirata sul momento, finestre e porte per dare la possibilità a bambini e non di sbirciarvi dentro.
Restando nell’ambito della street art, c’è chi riproduce le i lavori del celebre Bansky con i mattoncini colorati.
Se fino ad ora abbiamo parlato principalmente dei brick, in questo caso la fonte di ispirazione sono state le minifigures collezionabili che hanno permesso a Jeff Friesen, fotografo canadese, la riproduzione di alcuni graffiti.
“Bricksy“ è diventato così un personaggio apprezzato e molto simpatico. Jeff ha saputo sfruttare al meglio le varietà di acconciature e smorfie che negli anni sono andate via via comparendo nelle varie bustine delle collezionabili.
Ogni foto mantiene intatto il significato dell’opera originale andando in alcuni casi a porre le varie minifigures in contesti diversi . Un modo diverso per lanciare messaggi importanti.
Chi altro può essere definito eroe? Chi non si pone limiti e supera le difficoltà della vita anche solo per giocare e divertirsi.
Così ha fatto Matthew Shifrin, ragazzo non vedente, che con la sua passione ha superato i limiti.
Tutto ha avuto inizio grazie al manuale di istruzioni del set 7375, “La battaglia di Alamut” della serie Prince of Persia, realizzato in braille regalatogli dall’amica di famiglia Lilya.
Matthew è sempre stato appassionato di LEGO® ma ovviamente le difficoltà per terminare anche un piccolo set erano tante quindi il regalo di Lilya è stato la scintilla che ha fatto nascere l’idea.
Questa amicizia ha dato vita ad una collaborazione che ha portato alla realizzazione di istruzioni di set LEGO® in modo che il gioco diventasse ancora di più inclusivo e accessibile a tutti coloro che lo volessero.
Se ci sono le istruzioni in braille ci sono anche i brick in braille.
I classici mattoncini 4×2 sono naturalmente adatti al codice della scrittura per i non vedenti, infatti questo è basato su una serie di 6 punti posti su due file parallele.
Sostanzialmente un brick 3×2.
Con l’aggiunta dell’ultima riga di stud è possibile inserire la lettera/simbolo/ numero rappresentata in modo da rendere tutto comprensibile anche ai vedenti.
Il lavoro permettere di imparare la scrittura e lettura braille ai bambini in maniera divertente, giocosa e costruttiva soprattutto in una fascia dell’età in cui è facile prendere confidenza con i LEGO®.
Questi mattoncini vengono sono “figli” della Fondazione LEGO, che ne sviluppa il progetto dal 2018 insieme a diverse organizzazioni specializzate nell’ambito della cecità e del braille.
I brick braille sono un ulteriore dimostrazione di come LEGO® sia un veicolo di inclusione e di apprendimento in svariati ambiti scolastici e non.
Le applicazioni dei LEGO® possono essere le più diverse e le potenzialità infinite.
“I mattoncini LEGO non richiedono molte spiegazioni per insegnare ai nuovi studenti e ad altri ricercatori come usarli. Come fa la maggior parte di noi, sono cresciuti giocandoci in gran parte dell’infanzia”
Questa è l’affermazione fatta dall’assistente ricercatore Wei Ling Ow Ying che insieme al Dr. Jani Thuaibah Isa Tanzil si occupa di coltura di coralli marini.
Infatti, cercando un materiale che permettesse una solida base ma allo stesso tempo la possibilità di riutilizzarlo e spostarlo comodamente, si è pensato ai LEGO che venivano già utilizzati in altri ambiti scientifici.
La semplicità dei mattoncini ha la capacità di essere facilmente gestibile andando a rendere il lavoro meno complicato, con maggiore potenzialità di raggiungimento degli obiettivi preposti.
Dall’acqua alla terra ferma.
Sì perchè all’interno di questo libro che si fa leggere con piacere e grande interesse, si possono leggere le parole di Rita Hebel, la cosiddetta Nonna Lego, signora tedesca che realizza rampe di accessibilità per i disabili con i LEGO ma questa è un’altra storia che potrete trovare nelle pagine del nostro prossimo numero di Brick.it .
LEGO HEROES è un ottimo prodotto che fa vedere la versatilità del giocattolo danese, che esce dalla sfera ludica per diventare sociale e non solo ma senza perdere realmente la sua anima.
E’ questo un libro consigliato per tutti, per chi colleziona come per chi realizza moc come anche per chi ha altre passioni ma può essere anche utilizzato per raccontare ai bambini quanto non ci siano limiti nella vita, ancor di più con i mattoncini LEGO.
L’amore per un qualcosa non esclude la casualità di intersecarsi con i brick realizzando l’impensabile.