LEGO® Technic 42207 – Monoposto F1 Ferrari SF-24 – Recensione
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Non sono un appassionato di Formula 1.
Ma non lo ero neppure del World Endurance Championship (WEC), eppure il set 42156 Peugeot 9X8 mi ha fatto diventare un fan sfegatato delle gare di durata. Ora mi chiedo: questa monoposto Ferrari farà lo stesso dell’hypercar Peugeot e accenderà in me l’interesse per la massima categoria di motorsport a ruote scoperte? Vedremo.
Unboxing
La scatola si presenta all’esterno con la classica eleganza dei set Technic 18+ degli ultimi anni. Potrebbe sembrare il solito formato che si ritrova nelle confezioni delle altre monoposto recentemente prodotte in questa linea (come la Mercedes-AMG F1 W14 E Performance n. 42171 o la McLaren Formula 1 Team 2022 n. 42141 che abbiamo recensito qui), però c’è un piccolo dettaglio che nelle precedenti scatole era assente: la scala del modello (1:8) è indicata in modo esplicito. Questo elemento mi dà l’impressione di dare più lustro alla nostra Ferrari, avvicinandola alla serie delle Technic Ultimate (McLaren P1, Ferrari Daytona SP-3, Lamborghini Siàn, ecc.) e distanziandola dal resto dei modelli Technic “comuni”.
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Un’altra caratteristica che eleva questo set è l’organizzazione interna della confezione: il corposo libretto delle istruzioni è custodito, insieme ai due ampi fogli di adesivi, dentro a una busta di carta marroncina, mentre gli pneumatici slick sono ordinatamente contenuti dentro a una scatola di cartoncino bianco. Per un amante dell’ordine e dell’armonia come me, vedere questo upgrade è una piacevole sorpresa. “Fuori busta” resta solo la lunga pinna rossa che andrà a posizionarsi dietro al cockpit: si tratta, in realtà, della pala di elicottero n. 65422 e compare qui in rosso per la prima volta.
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Il manuale di istruzioni colpisce fin da subito con una doppia paginata in cui la Ferrari SF-24 reale si trova faccia a faccia con la sua controparte LEGO. È la stessa impostazione grafica che si trova nella nuova serie Speed Champions (vedi la nostra recensione di tutti i set qui), ma ciò non toglie che il colpo d’occhio è fantastico: sembra che i designer del set abbiano fatto veramente un lavoro eccellente nel riprodurre con fedeltà le linee e le proporzioni del bolide di Maranello. Le pagine successive contengono altre foto e alcune informazioni sulle funzionalità del modello, ma anche una spudorata pubblicità del set “gemello” n. 42206 dedicato alla Oracle Red Bull Racing RB20 uscito in contemporanea.
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Avantreno (buste 1 e 2)
La costruzione comincia subito con il nuovo pezzo trapezoidale che collega i mozzi al telaio. Incuriosito, vado a vedere se l’introduzione di questa novità aumenta il realismo del modello. No, tutt’altro! Le foto di questa parte della Ferrari SF-24 mostrano una chiara forma a triangolo scaleno, niente a che vedere con un trapezio! L’unica spiegazione che mi posso dare per questa scelta è che i designer abbiano valutato troppo deboli o instabili le soluzioni adottate nelle precedenti monoposto di Formula 1 e abbiano richiesto la creazione di un pezzo nuovo per migliorare la robustezza e la stabilità del sistema ruota-sterzo-sospensioni.
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Continuando con l’assemblaggio ci si imbatte in altri due pezzi nuovi: un piccolo liftarm modificato con tow ball (nuova variante del pezzo n. 67697, che adotta una sfera più grande) e il suo liftarm complementare con tow ball socket (variante del pezzo n. 31794, che è di lunghezza 5).
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Le sospensioni push-rod sono riprodotte in modo semplice e funzionale e la loro costruzione non presenta particolari difficoltà, a parte forse il momento in cui bisogna montare i portamozzi: per questo consiglio di avere un buon appoggio e molta pazienza!
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Alla fine della busta 1 il musetto è già a buon punto e si può provare a testare il funzionamento delle sospensioni. Come si vede nel video, gli ammortizzatori fanno il loro dovere, ma il telaio non è ancora sufficientemente robusto e la pressione fa allontanare tra loro le varie componenti. Spero che, andando avanti, il problema verrà risolto (SPOILER: verrà risolto solo in parte).
Nella busta 2 salta subito all’occhio un connettore verde lime che non ha nessun motivo di avere questo colore: magari è una burla o la “firma” di uno dei designer?
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Dopo essermi ripreso dallo shock, vado avanti mettendo al loro posto gli ingranaggi dello sterzo e allineando con precisione il volante a cloche con le ruote. A differenza di altri set, in questo i progettisti hanno scelto la giusta combinazione di ruote dentate per permettere un allineamento perfetto (se non siete fan dei Technic, dovete sapere che ci sono molti maniaci della precisione che si sono lamentati più volte di questo dettaglio…).
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La busta 2 si conclude con l’aggiunta di staffe che fissano saldamente il blocco dello sterzo al telaio e con la costruzione della struttura per lo sterzo HOG (Hand Of God). Mi chiedo quanti adulti 18+ si accucceranno per terra a giocare con questa Ferrari facendola correre avanti e indietro sul pavimento di casa trasformato in un circuito di Formula 1…
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Retrotreno (busta 3)
Poco dopo l’inizio di questa fase, al passaggio 104, sono sicuro che le istruzioni daranno qualche grattacapo a più di una persona: il disegno mostra gli ammortizzatori perfettamente allineati con il telaio che li supporta, ma nella realtà le molle spingono fuori dal bordo i bracci delle sospensioni. Ho controllato e ricontrollato e posso garantirvi che è tutto a posto: per motivi a me ignoti, il disegno mostra gli ammortizzatori in compressione, mentre la configurazione a riposo prevede che essi sporgano al di fuori del telaio di supporto.
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La costruzione continua con il montaggio del differenziale posteriore e del cambio a due rapporti, il quale nasconde un bellissimo Easter egg: la combinazione delle due ruote dentate rossa e verde (rispettivamente da 16 e da 20) con il connettore bianco nel mezzo dà vita alla bandiera italiana! Non è un caso, dal momento che la ruota dentata da 20 esiste anche in una variante di colore blu.
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Alla fine di questa fase si può osservare il funzionamento delle sospensioni pull-rod, con il loro puntone invertito rispetto a quelle anteriori push-rod. Qui tutto il sistema è ingabbiato in una struttura solidissima, quindi non ci sono pezzi che si allontanano tra loro alla minima pressione, a differenza delle sospensioni davanti.
Motore, cambio e cockpit (buste 4 e 5)
Dopo 35 anni di onorato servizio, il cilindro con alette di raffreddamento n. 2850a va in pensione e viene sostituito da questo nuovo cilindro dal look più moderno ma, secondo me, un po’ anonimo. Insieme a esso fa il suo debutto anche un nuovo tipo di liftarm trapezoidale che sostituisce il precedente connettore n. 32333.
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Dopo aver installato saldamente il blocco motore si aggiungono l’unità MGU-H (Motor Generator Unit – Heat), costituita da due semplici cerchi per ruote City,e il selettore del cambio a due rapporti, così se ne può subito controllare il funzionamento.
La quarta fase si conclude con la solida connessione di avantreno e retrotreno, mentre con la quinta busta si monta facilmente il posto di guida, che comprende il sedile racchiuso da solidi pannelli e sovrastato dalla presa d’aria sulla quale si innesta lo sterzo HOG.
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Fondo e fiancate (buste 6 e 7)
La busta 6 è un tripudio di pezzi neri, tra cui spicca un nuovo pannello di larghezza 5L che, insieme ad altri pannelli di tipi e dimensioni diverse, va a formare le due lunghe strutture di fondo che delimitano il corpo della monoposto.
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La busta 7, al contrario, è quella che finora contiene il maggior numero di pezzi rossi, visto che essa è riservata alla costruzione delle pance. Queste ultime hanno una struttura semplice che conferma la mia avversione verso le macchine di Formula 1: c’è troppo poca carrozzeria! A prescindere dai gusti personali in fatto di estetica, questo fatto ha una ricaduta nell’esperienza di costruzione di un modello Technic, perché uno dei piaceri più grandi è proprio lo scolpire passo passo le forme complesse di un veicolo e gioire delle soluzioni tecniche e formali che i designer hanno sviluppato (le “geometrie perfette” di cui avevo parlato nella mia recensione dell’Audi RS Q e-tron). In una monoposto a ruote scoperte, con una carrozzeria ridotta all’osso, molto del piacere della costruzione viene improvvisamente a mancare.
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Comunque, parlando di tecniche di costruzione, a questo punto mi sorprendo dell’abbondante uso di un pezzo particolare, il Pin 3L without Friction Ridges with Stop n. 77765: ce ne sono ben 16 in quest’auto da corsa! Se consideriamo che è lo stesso numero che si trova nella mastodontica gru cingolata Liebherr LR 13000 (set n. 42146), ci si può rendere conto di quanto i designer della Ferrari SF-24 amino questo pezzettino speciale per la sua capacità di fissare saldamente parti che non sarebbero facilmente incastrabili con dei pin normali (per la cronaca: la Ferrari Daytona SP3 ne contiene “solo” 14).
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Ala posteriore (busta 8)
L’ottava busta ha un contenuto molto ridotto ma, tra i pochi pezzi, spicca questo bastone da hockey.
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Serve a rappresentare il meccanismo che attiva il DRS, ma devo dire che questo dettaglio è molto deludente. Perché non è stato sviluppato un meccanismo funzionante? L’ala posteriore mobile è già stata fatta in diverse auto Technic, Lamborghini Siàn in primis, ma anche nella Ford GT che è in scala decisamente più piccola rispetto a questa Ferrari. Invece qui i due panel convessi che rappresentano il DRS devono essere spostati manualmente. Comunque sono sicuro che qualche “moccatore” volenteroso si metterà subito al lavoro per rimediare alla mancanza.
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Un’altra vistosa opportunità mancata è il terminale di scarico: che fine ha fatto? Dovrebbe estendersi al di fuori del cofano motore e arrivare fino al faro a led posteriore, invece non ce n’è traccia. Strano, molto strano…
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Ala anteriore (busta 9)
Grazie a questi pannelli curvi sovrapposti su tre livelli, e grazie anche a dei grandi e stressanti adesivi, l’ala anteriore raggiunge un buon livello di accuratezza e realismo.
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Tutto il blocco viene fissato al muso con tre axle grigi e due connettori neri che offrono anche il vantaggio di irrobustire il punto di attacco delle sospensioni anteriori. Adesso la pressione sui mozzi non fa più allargare tra loro i connettori che reggono tutta la geometria, come succedeva prima. Però un po’ di separazione tra le parti si verifica ancora… insomma, la situazione ora è accettabile, anche se non perfetta.
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Halo, cofano e ruote (busta 10)
Eccoci arrivati alla fine della costruzione. Con due soft axle si assembla la protezione halo per il pilota, mentre con due panel curvi neri (rivestiti, ovviamente, di adesivi) si ricreano le wheel winglets (“alette delle ruote”).
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Questo è un dettaglio che ho veramente apprezzato: i pezzi non Technic sono veramente pochissimi. Il piccolo elemento che vedete nella foto è l’unico a essere interamente realizzato con pezzi System. L’introduzione di sempre più pannelli curvi e angolati ha permesso negli ultimi anni di raggiungere un realismo notevole senza bisogno di ricorrere a slope, tile e plate di vario tipo. Ottimo!
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Il cofano del motore ha questa forma curiosa, con ampie aperture nel mezzo, perché consente di raggiungere più agevolmente le leve del selettore del cambio. Una scelta di compromesso che sacrifica l’estetica dell’auto se vista da sopra, ma la mantiene se vista di lato, quindi il mio consiglio è di non esporre questa Ferrari SF-24 appesa al muro ma di appoggiarla su una bella mensola alta, in modo da godersi il bel profilo della vettura e non storcere il naso per le voragini nel cofano.
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Infine arriviamo alle ruote, “croce e delizia al cor” di ogni fan delle monoposto F1 LEGO. Gli pneumatici sono lisci e stampati sui fianchi: evviva! Ma sono della stessa misura davanti e dietro: orrore!
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Coraggio, dai: le Speed Champions ce l’hanno fatta ad avere ruote posteriori più larghe in “solo” 10 anni (il primo set con una monoposto di Formula 1 risale al 2015: 75911 McLaren Mercedes Pit Stop), magari tra altri 10 le avranno anche le macchine Technic… Per fortuna i bellissimi cerchioni stampati (anche questo un pezzo nuovo) dovrebbero consolare anche i fan più puristi, visto che l’effetto complessivo è veramente mozzafiato.
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Ne vale la pena?
Se siete fan della Formula 1, e in particolar modo della Ferrari, la mia risposta è: assolutamente SÌ! Infatti il set è:
- facile da costruire;
- accurato in molti dettagli;
- ha un prezzo tutto sommato abbordabile (229,99 euro sul sito LEGO) considerando le dimensioni e il numero di pezzi;
- un bellissimo modello da esposizione ma ci si può anche giocare.
Se non siete fan della Formula 1, ma almeno siete fan delle auto Technic, la mia risposta è: assolutamente NI! Infatti il set è:
- molto facile da costruire, pure troppo, e non presenta sfide particolari;
- contiene molti pezzi nuovi ma…
- non ha strutture o meccanismi veramente interessanti (a parte, forse, le sospensioni).
Inoltre: - presenta diverse inesattezze e mancanze;
- è bello da ammirare ma solo da determinati punti di vista;
- è altissimo da terra.
Ecco la nostra Ferrari SF-24 messa a confronto con la Ferrari Daytona SP3 e con la Peugeot 9X8: non c’è proprio paragone!
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Forse la mia Daytona in questi 3 anni si è un po’ “seduta” a causa del peso notevole, ma la Peugeot ha mantenuto il suo profilo originale e il paragone con la monoposto è veramente impietoso, specialmente considerando che anche la 9X8 ha un sistema di sospensioni push-rod. Tanti saluti all’effetto suolo! La potremmo rinominare “Ferrari SF-24 Dakar”, visto che con un’altezza da terra così elevata essa potrebbe tranquillamente affrontare un rally, oppure una caduta dall’alto come quella che vi mostro nel video (astenersi deboli di cuore!).
Comunque sono sicuro che molti di voi si metteranno subito all’opera per spostare e sostituire un po’ di pin, axle e liftarm in modo da correggere la distanza dal suolo, proprio come è stato fatto con la Ferrari 488 GTE. Per non parlare, poi, delle possibilità di motorizzazione: al di sotto della carrozzeria ci dovrebbe essere abbastanza spazio per un hub e un paio di motori: tenete d’occhio il sito di Rebrickable per trovare le MOD realizzate dai fan designer.
Per concludere, rispondo alla domanda iniziale: questa Ferrari ha acceso in me l’interesse per la Formula 1? No, anche perché nel momento in cui scrivo le tre hypercar Ferrari 499P che gareggiano nel WEC hanno appena conquistato l’intero podio della prima gara della stagione 2025, quindi il mio cuore batte esclusivamente per loro. Ma ciò non toglie che questo set farà di sicuro una bellissima figura sulle mensole di tutti gli appassionati di motorsport.
Numeri del set:
- Codice: 42207
- Età: 18+
- Pezzi: 1361
- Prezzo: € 229,99
- Punti LEGO Insiders: 1725
- Acquista il set sullo store online ufficiale lego.com
Si ringrazia il Gruppo LEGO® per aver fornito a Brick.it Magazine una copia recensione del set. Tutte le considerazioni espresse in questa recensione sono frutto dell’opinione personale dell’autore.