Direttamente dalle parole dell’autore su The Garden of Goddess:
Adornati da rampicanti, i resti di una civiltà dimenticata fanno capolino tra il fogliame verdeggiante, con le loro pietre consumate dal tempo che testimoniano silenziosamente il passaggio dei millenni.
I fiori selvatici esplodono in un tripudio di colori, mentre il suono del vento riempie il luogo di melodie antiche come il tempo stesso.
Delicati fiori, petali vibranti, sussurrano storie di regni e creature dimenticate. Tra le rovine, si erge la statua della dea Aliena Mutaforma. La sua forma, fluida e mutevole, riflette le miriadi di sfaccettature della sua natura divina.
Scolpita nella pietra più fine, la sua immagine emana un’aura di grazia enigmatica. Sopra la testa della dea si ergono i suoi tre globi, antichi manufatti dal potere insondabile.
Nere come il vuoto più profondo dello spazio, queste sfere levitano con una grazia ultraterrena, pulsando con un’energia che sfida la spiegazione, ognuna delle quali pulsa con un’energia radiante che sembra sfidare la comprensione.
Qui di seguito il disegno preparatorio che l’autore della moc ha fatto prima di riprodurre la sua opera anche in formato mattoncini.
The Garden of the Goddess
The Garden of Goddess è la nuova opera monumentale di Mihai Marius Mihu rappresentante i resti di una dimenticata e antica civiltà.
Direttamente dalle parole dell’autore su The Garden of Goddess:
Adornati da rampicanti, i resti di una civiltà dimenticata fanno capolino tra il fogliame verdeggiante, con le loro pietre consumate dal tempo che testimoniano silenziosamente il passaggio dei millenni.
I fiori selvatici esplodono in un tripudio di colori, mentre il suono del vento riempie il luogo di melodie antiche come il tempo stesso.
Delicati fiori, petali vibranti, sussurrano storie di regni e creature dimenticate. Tra le rovine, si erge la statua della dea Aliena Mutaforma. La sua forma, fluida e mutevole, riflette le miriadi di sfaccettature della sua natura divina.
Scolpita nella pietra più fine, la sua immagine emana un’aura di grazia enigmatica. Sopra la testa della dea si ergono i suoi tre globi, antichi manufatti dal potere insondabile.
Nere come il vuoto più profondo dello spazio, queste sfere levitano con una grazia ultraterrena, pulsando con un’energia che sfida la spiegazione, ognuna delle quali pulsa con un’energia radiante che sembra sfidare la comprensione.
Qui di seguito il disegno preparatorio che l’autore della moc ha fatto prima di riprodurre la sua opera anche in formato mattoncini.