LEGO® Icons – 31213 – Mona Lisa – Recensione

LEGO® Icons – 31213 – Mona Lisa – Recensione

Ciao a tutti, oggi ringrazio mamma LEGO® per avermi fornito la Mona Lisa set 31213 a scopo di recensione. Innanzitutto vi confesso che non è tra quelli della mia lista “MUST HAVE”, ma a caval donato non si guarda in bocca, pertanto eccomi qua che stringo tra le mani una bella confezione nera, molto elegante e sobria.

Questo set è rivolto ad un pubblico maggiorenne, il cui costo è di quasi 100 euro (risparmierete un centesimo) e contiene 1503 pezzi. Facendo un rapido calcolo, ogni singolo mattoncino costa in media circa 6,5 centesimi abbondanti, quindi direi che trattasi di un buon affare. Tenete presente che ci sono tantissimi pezzi in GOLD METAL, tutti destinati alla cornice.

Mona Lisa set 31213, fronte e retro della confezione

Una volta tagliati gli otto sigilli, potrete sfilare il coperchio, proprio come mi è già successo con una precente recensione, quella del set 42638 B&B al castello . Ebbene sì, trattasi nuovamente di una confezione a “vassoio” con tanto di coperchio. Comincio ad adorare questo genere di presentazione.

Mona Lisa set 31213, il contenuto e la scatola a vassoio.

Sulla scatola fa bella mostra di sè un simbolo accompagnato dalla scritta SOUNDTRACK. Come un ingenuo, ho creduto che ci fosse allegato persino un cd con della musica da ascoltare durante l’assemblaggio dell’opera d’arte in mattoncini. In Danimarca, la nostra ditta preferita predica il sostenibile, pertanto non c’è proprio nessuna traccia di quel supporto musicale, avrei dovuto saperlo!

Dando una prima sfogliata disattenta, mi imbatto nuovamente sul simbolo che mi ha tratto in inganno e scopro che c’è un qrcode da scannerizzare. Una volta fatto, mi si apre una pagina dove posso finalmente accedere ai dei contenuti multimediali. Pertanto mi sono sbagliato. Non c’è nessuna colonna sonora da ascoltare, ma scopro che sono stati preparati 4 video in lingua inglese della durata complessiva di ben un’ora, 22 minuti e 51 secondi.

Il manuale, di circa 200 pagine, è molto bello, pertanto me lo gusto per bene, prima di passare al montaggio, dato che non ho tempo da perdere appresso a dei video. In una delle prime pagine noto la comparazione che viene fatta tra l’opera di Leonardo e quella in mattoncini. Ebbene, mi duole dirlo, ma sono due cose differenti. Dico ciò, conscio che replicare un dipinto con i LEGO non è semplice, ma nonostante tutto, i designers hanno dato il massimo ed il risultato finale è pregevole e mi ha lasciato soddisfatto.

Mona Lisa set 31213, alcune pagine del manuale

Ma veniamo ad analizzare il resto del contenuto. Ci sono due sacchetti non numerati che contengono in totale 6 PLATE 16X16 TAN, 17 sacchetti numerati (non ancora cartacei) e nessun tipo di adesivo, perciò ne deduco che gli occhi e la bocca siano stampati.

Come anticipato, da una prima occhiata risaltano parecchio tutti i pezzetti in oro dedicati alla cornice. Probabilmente le bustine trasparenti sono state scelte al posto di quelle di carta proprio per ottenere l’effetto “wow” di quando si viene abbagliati da un bauletto dei pirati ricolmo d’oro. Sembra che mi capiti un giorno sì e l’altro pure di imbattermi in cose del genere, talmente penso di saperne, ah ah ah.

Alcuni sacchetti sono molto piccini, come se questi siano quelli destinati ai “colpi di pennello” che dovremo dare. Qualcuno potrebbe storcere il naso, pensando che forse si poteva evitare un po’ di plastica, aumentando le dimensioni dei pacchetti e diminuendone il numero. Scoprirete più avanti che questa scelta è stata più che obbligata.

Le prime cinque bustine sono quelle in assoluto più corpose e serviranno per la cornice, le prime tre, e per la “tela”, le restanti. Mi accingo ad aprire la numero uno e con mia gioia noto che l’oro non si fa attendere. Dopo i primi passaggi, si capisce subito che il “dipinto” sarà piccino anche nella versione LEGO (misura 45 x 30 cm). C’è molta cura per la cornice, anche se non servono pezzi molto sofisticati. Sono sufficienti dei semplici slope inverted per dare quel tocco di classe in più. Già dall’inizio si capisce che la cornice verrà molto bella, purtroppo, chi come me si diverte a costruire MOC, troverà il suo assemblaggio ripetitivo e noioso.

Mona Lisa set 31213, come appare dopo l’easumento dei pezzi della busta 1

Anche con la seconda busta non succede nulla di eclatante, tanto è vero che si ripetono gli stessi passaggi per completare la parte inferiore. Soltanto la lucentezza di tutto quell’oro, sebbene non valga come quello vero, in qualche modo mi rallegra e tiene alla larga la noia che mi assale. Anche i designers sono consci di quanto possa essere noioso tutto ciò, di fatti le istruzioni sono molto sbrigative. Pensate che con soli 4 passaggi il terzo sacchetto viene immediatamete esaurito.

Mona Lisa set 31213 al termine del sacchetto 2 e 3

Con la quarta bustina si comincia a “tessere” la tela, ma senza tralasciare la cosa più importante, cioè il gancio per appendere il quadro. Questo è realizzato con cura ed attenzione, dato che deve reggere un peso discreto e nessuno vuole che si fracassi sul pavimento in mille pezzi.

Mona Lisa set 31213 sacchetto 4

Con la quinta si conclude il lavoro di preparazione, ma non fatevi ingannare dalla mia fotografia, perchè non è ancora giunto il momento di unire la cornice alla tela, pertanto bisogna prima realizzare il “dipinto”.

Quinta bustina assemblata

Finalmente tutti noi potremo cominciare a definirci dei “pittori” con l’apertura della sesta bustina. Da ora in poi vi dedicherete alle “pennellate”. Come prima cosa ci occuperemo del cielo, poi si procede con l’assegnazione della zona dedicata alla Mona Lisa (la parte in bianco). Ciò che sta ai fianchi invece è dedicata alle colline sullo sfondo (sacchetto 7).

Busta sei

Purtroppo è un lavoro noioso e a delle volte bisogna persino prestare molta attenzione, soprattutto con i TILE 1×2 di tipo wedge. Nella foto sottostante sono ingranditi al fondo. Non si sa mai se si sia preso quello destro oppure il sinstro, fino a quando non si prova ad inserirlo nella “tela”. Per fortuna le bustine sono molto piccole, perché “dipingere” con i mattoncini si sta rivelando molto noioso e complicato.

Busta 7

Esatto, c’è da annoiarsi e da perderci gli occhi. Vi avevo anticipato che la scelta dei sacchetti da “pittura” è stata sicuramente una cosa obligata. Al contrario dei primi cinque che in pochi passaggi si esaurivano in fretta i pezzi senza prestare molta attenzione, in questo caso bisogna essere vigili su ciò che si combina. Nonostante i passaggi siano più dettagliati, resta comunque molto facile sbagliare.

Col sacchetto numero 8 si procede nel realizzare i prati intorno alla nostra “modella”. Inoltre, mi trovo a dover esaminare la zona al centro del dipinto. Vengono posizionati tre SLOPE 1×3 grigio chiaro e due BAR con clip blu (le chiavette inglesi per intenderci). Quest’ultime mi incuriosicono moltissimo e cerco di capire l’utilizzo che ne verrà fatto, ma inutilmente.

Il particolare delle chiavette inglesi blu del sacchetto 8

La bustina numero nove torna ad assumere un contenuto di pezzi maggiore di tutte quelle dedicate alle “pennellate”. Ci sono talmente tanti mattoncini da essere paragonata per dimensioni ad una delle prime cinque, se non addirittura a risultarne persino la più grande.

Nonostante il sacchetto sia grosso, si esauriscono velocemente i pezzi, in quanto sono molto più grandi del solito. Grazie a questi, ho in pratica finito di dare il primo strato alla tela.

Il primo strato di pennellate sulla tela. Sacchetto 9.

Nel decimo sacchetto ci sono dei TILE in reddish brown da collocare intorno alla tela, mentre per il dipinto ci sono dei mattoncini dedicati per definire meglio la zona dell’abito.

Sacchetto 10

Nell’undicesimo predomina il DARK brown, utilizzato per i capelli e per dare un’altra mano sopra la parte che prima era in bianco. Vi segnalo un piccolo SNOT (evidenziato nell’immagine seguente), utilizzato per i capelli sopra la fronte. Ovviamente è nulla di mai più visto, ma questo forse potrebbe svegliare dalla noia che mi circonda densa come una coltre di nebbia. Ragazzi, ve l’ho già detto che è un set decisamente barboso da assemblare?

Il dettaglio dello SNOT eseguito nel sacchetto 11

Nel dodicesimo cominciano ad aumentare le avversità. Questa volta è necessario prestare molta più attenzione, perché il dipinto in realtà è un bassorilievo. Molti tiles o plate non sono posizionati quindi sullo stesso piano. Spesso, certi pezzi, soprattutto di tipo wedge (con un lato in diagonale) vengono completamente nascosti da alcune “pennellate”. Vi confesso che sono andato vicino dall’esclamare qualche parola colorita, perché una scelta del genere non la comprendo fino in fondo. Mi domando che senso abbia scegliere di usare dei pezzi più complessi come quelli di tipo wedge, quando poi vengono ricoperti per intero da altri. Tanto vale usarne di più semplici.

Esaurito il contenuto del sacchetto, mi prendo del tempo e paragono la foto sottostante con quella sulla scatola. Da ciò capisco che il sistema di nascondere i pezzi è ancora più diffuso di quanto abbia percepito. Si notano altri mattoncini che finiranno ricoperti, senza lasciare più traccia di se stessi. Sembra quasi che i designers si siano divertiti a rappresentare le croste presenti sotto al dipinto, quello vero. Magari in quei video che ho evitato di visionare, ci potrebbero essere delle spiegazioni in merito.

A volte vengono usati due PLATE 1X2 per occupare una superficie di un 2×2 STUD ed in seguito anche questo viene coperto. Questa cosa mi infastidisce parecchio. Contenti loro, felici tutti o per lo meno si spera. La stessa sorte subiranno più avanti alcuni BRICK in dark tan.

Ho l’impressione , che il set, dopo le pesanti critiche ricevute il giorno del suo lancio pubblicitario, sia stato modificato in maniera frettolosa. Pertanto tutte queste coperture di cui mi lamento sono del tutto accidentali, dovute a delle modifiche fatte con imprecisione. Magari mi sbaglierò, anzi sono sicuro che sono in errore, lo spero.

Sacchetto 12

Una cosa che ho trovato difficoltosa, è quella che con un singolo sacchetto si comincia a dare colpi di pennello alla destra della Mona Lisa e successivamente sulla sua sinistra. Questa cosa comincia ad essere fastidiosa soprattutto perché il manuale non è perfettamente consultabile. Secondo me, avrebbe dovuto avere dei margini più ampi, soprattutto nella parte della rilegatura. Addirittura ci sono molte finestrelle destinate all’elenco di pezzi che si trovano troppo vicino alla suddetta e restano poco consultabili. Si è costretti a tenere per tutto il tempo una mano impegnata, nell’intento di aprire il più possibile il manuale.

E pensare che sarebbe stato sufficiente posizionare l’elenco di pezzi all’esterno di tutte le pagine. Ad un certo punto ho rinunciato a prepararmi prima i mattoncini, consultando direttamente l’immagine con le parti evidenziate già inserite. Qualche volta però, con questo sistema si rischia che qualcosa sfugga e vi assicuro che mi è successo.

La sagra del “metti e nascondi pezzo” prosegue. Nella foto vi ho evidenziato con una freccia fuxia dei BRICK MODIFIED 1X2 WITH LOG PROFILER (cod. 4520257). Ebbene, in seguito perderemo traccia anche di questi. Date anche un’occhiata alla foto successiva dove un PLATE 1X8 in reddish brown si mangia uno dei brick sopra citati.

Il problema del manuale e il nascondino dei Brick modified 1×2 with log profiler
Qualcuno o qualcosa ha fame di mattoncini.

Finalmente col sacchetto 13 il mistero delle chiavette inglesi viene risolto. Date un’occhiata ai fotogrammi dell’illustrazione sottostante. Sulla sinistra in alto c’è la parte destinata al collo e a destra la vedete anche vista da sotto. In pratica i due PLATE MODIFIED with handbar in blu andranno ad agganciarsi alle chiavette inglesi. Anche queste sono dello stesso colore, vi ricordate?

Tutto ciò, serve per rappresentare la piccola piega, quella del collo. Io dico, che bravi lo sono stati, ma ce n’era veramente bisogno? Anzichè rappresentare un dipinto, quì è palese che si sta elaborando un bassorilievo, né più né meno. Il maestro indiscusso è Leonardo Da Vinci fino a prova contraria. Prendo atto che questa tecnica è ottima per realizzare alcuni piani inclinati difficilmente realizzabili con dei semplici SLOPE, pertanto la imparo e me la metto da parte. Fatelo anche voi, mi raccomando.

Il collo della Mona Lisa set 31213
Come appare una volta terminato il sacchetto 13

La bustina numero 14 è la mia preferita, nonostante ci si imbatta nuovamente in un nuovo pezzo che viene inesorabilmente sepolto da altri. Nella zona del cuore della Mona Lisa, c’è un vano che misura 4×4 STUD. La soluzione che si usa per riempirla è degna di nota. Si esegue uno SNOT egregio nel tentativo riuscitissimo di ottenere una diagonale davvero ottima. Soltanto quello SLOPE INVERTED 1X3 in reddish brown era in grado di dare grazia alla curva di quella spalla. Date uno sguardo alla fotografia sottostante e non potrete fare altro che concordare con me.

La tecnica in SNOT dello SLOPE INVERTED 1X3
Siamo arrivati alla conclusione della busta 14

Il quindicesimo sacchetto è abbastanza noioso, pertanto vi segnalo solamente l’inserimento di un PLATE bianco a cerniera, il quale sarà prezioso in seguito per posizionare la mano destra della signora. A tale scopo, tornano anche utili alcuni TILE 1X1 semiarrotondati.

La cerniera bianca
Sacchetto 15 finito

Il sacchetto 16 è molto piccolo e serve quasi esclusivamente per definire le dita della mano destra. Come base di partenza è necessario un PLATE a forma di cuore. Nel dettaglio sottostante (riquadro in basso a sinistra), constaterete meglio l’importanza dei TILE 1X1 (quelli semiarrotondati) sistemati in precedenza. Sono loro che decidono la piega che deve tenere la cerniera bianca.

Il cuore

Una volta terminata la mano, si definiscono meglio la fronte e parte della pettinatura.

Termine della bustina 16

Con l’apertura dell’ultima busta (la 17), ci viene presentata una scelta importantissima e a parer mio per niente difficile. C’è la possibilità di scegliere se usare i pezzi stampati oppure no per quanto riguarda la parte dedicata agli occhi. Ma dico io, ce n’era il bisogno? Ovviamente ho scelto quelli con le stampe.

Gli occhi

L’ultima cosa da fare è quella di unire la cornice al dipinto. Trattasi di una prassi molto semplice da realizzare, perchè in precedenza si erano sistemati dei brick specifici a tale scopo. L’immagine sottostante mi sembra molto esaustiva, pertanto non mi dilungherei oltre e passerei a scrivere la parola fine al montaggio.

L’ancoraggio a spina

In conclusione cosa non mi è piaciuto: la cornice è stata più che noiosa e monotona da realizzare, sebbene molto bella. Il dipinto mi ha veramente stressato. Non l’ho trovato un set rilassante, purtroppo. Il manuale poteva essere fatto meglio, per quanto riguarda le pagine destinate al montaggio.

Quello che ho apprezzato è la dovizia di particolari ottenuti con gli accosti della miriade di pezzi di tipo wedge applicati un po’ ovunque. Sicuramente “dipingere” questa Mona Lisa in mattoncini, per i designers non deve essere stato semplice. Nonostante l’assemblarla sia stato a volte noioso ed altre stressante, il risultato finale è molto pregevole.

Certamente, non vi dovete fossilizzare nel voler paragonare a tutti i costi l’opera di Leonardo con questa platicosa, altrimenti non se ne esce fuori. Vi assicuro, che mentre la montavo, ripetevo tra di me, che non appena l’avessi finita di recensire, l’avrei immediatamente smontata per farne sfuso. Ed invece me la terrò!

Se siete amanti dell’arte, non fatevela sfuggire. Nel caso abbiate già comprato il set 21333 La notte stella di Vincent Van Gogh, questa nuova opera d’arte deve a tutti i costi far parte della vostra collezione. Se non amate i mosaici fatti coi LEGO, non abbiate paura in questo set non ce n’è traccia.

Forza e coraggio che sono cento euro ben spesi.

Bustina 17

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