Intervista: Luigi Delcuratolo (Dreambricks)
Oggi abbiamo l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con un builder italiano appena entrato nel club 10k IDEAS, ovvero è un costruttore che ha avuto il piacere di ricevere almeno una volta 10.000 sostenitori che hanno votato una propria proposta IDEAS. Ciao Luigi, innanzitutto vorrei ringraziarti a nome di tutta la redazione per esserti prestato a partecipare a questa intervista. Sei pronto? Si comincia con una domanda facile. Parlaci di te. Dove vivi, che lavoro fai, quanti anni hai. Hai qualche tipo di sfumatura artistica pregressa?
– Ciao a tutti. Mi chiamo Luigi e ho 31 anni, sono originario della provincia di Brindisi, precisamente di Francavilla Fontana. Vivo in Toscana, a Subbiano (AR), nella stupenda vallata Casentinese, dove convivo con la mia metà, ma per motivi di lavoro traghetto costantemente in Sardegna, dove si svolge la mia vita lavorativa. Sono un graduato dell’Aeronautica militare, motivo per cui non ho una stabile dimora. Come sfumatura artistica potrei dire di essere un grande appassionato di musica e mi diverto a “strimpellare” la chitarra.
Ognuno di noi ha un set o tema preferito, ad esempio io sono appassionato di modulari e set NINJAGO. Qual è quello che amavi più da bambino? Ce ne sono altri che ricordi risalenti alla tua gioventù? Quali sono invece quelli più recenti che preferisci?
– Questa parte mi piace perché ti rispondo semplicemente che la mia passione per questo mondo inizia a 29 anni. Cioè, da bambino i Lego erano il mio sogno proibito, ma nonostante la giovane età ero consapevole dei prezzi delle scatole, quindi non provavo neanche, o meglio non ci speravo di riceverne uno a Natale 😂. Ovviamente poi si cresce, le passioni cambiano di continuo, per poi ritrovarsi a 29 anni sotto l’albero di Natale il Knight bus di Harry Potter (regalo della mia fidanzata). Dal momento in cui ho incastrato i primi due elementi è iniziato tutto. Quali set attualmente preferisco? La linea IDEAS…motivo per cui ho presentato il mio progetto.
Ora ti propongo una domanda classica. Hai attraversato una “dark age” e se sì, com’era il tuo approccio con il mondo LEGO in quel periodo? Lo avevi completamente abbandonato, oppure c’era sempre una piccola fiammella accesa dentro di te? Quando sei uscito da quel periodo cosa ti ha riportato al mondo LEGO e che cosa ti ha portato a quello AFOL in seguito?
– Come ti dicevo, non ho mai vissuto una dark age e non ho mai vissuto la fase TFOL, nasco direttamente come AFOL. Dal 25 Dicembre 2019 ad oggi, ogni giorno, dedico almeno un’ora della giornata a dilettarmi tra le costruzioni.
Ti consideri più un builder virtuale oppure fisico? Mi spiego meglio. Ti piace di più costruire ed inventare sempre nuove moc da presentare al mondo degli AFOL nei vari canali socials oppure frequenti realmente il mondo partecipando alle varie esposizioni che si tengono?
– Attualmente più virtuale, ma per il semplice motivo che non ho avuto ancora modo di incrociare qualche costruttore che possa traghettarmi in quella realtà, essendo un “novellino” un po’ spaventa catapultarsi in solitudine tra fiere e grandi eventi.
Quando ti sei reso conto che la tua passione per i LEGO era qualcosa che potevi condividere con tantissime altre persone, a tal punto da voler provare il salto sulla difficile piattaforma di IDEAS?
– Ci sono due persone che hanno avuto un ruolo importante in questa avventura: MATTEO SPERATI (progettista del lego IDEAS “DUCKTALES: THE MONEY BIN”, che invito i lettori a supportare) e ALEX STOROZHUK (aka lego.Adwind e progettista dell’IDEAS “HOME ALONE”). Con loro è nata una bellissima amicizia, fatta di consigli e pareri volti a migliorare i nostri lavori. In particolar modo è stato Matteo a invogliarmi a condividere un progetto sulla piattaforma, dopo aver visionato alcune mie precedenti MOC.
Cosa ti ha spinto a fare questa moc dedicata alla letteratura di Arthur Conan Doyle? Ovviamente, credo in parte una certa passione per questo genere, ma c’è dell’altro?
– Adoro tutto ciò che ha del misterioso e il genere giallo/thriller a tutto tondo. Altra cosa importante è che adoro Londra. Ci sono stato 3 volte e in un’occasione ho visitato personalmente il 221b di BAKER STREET (attualmente adibito a museo). Trovare il giusto IDEAS da proporre non è stato semplice per me, soprattutto se al primo tentativo. La cosa migliore che si può fare quando vaghi nel limbo è porsi due domande: cosa ti piace e cosa ti manca! La sera del 2 Dicembre 2021 mi sono posto questi interrogativi ed è venuto fuori questo risultato: LONDRA + MISTERO = 221b BAKER STREET
Ti devo confessare che seguo poco la piattaforma IDEAS, pertanto ti pongo la seguente domanda da profano. È il tuo primo progetto che hai proposto? Se ce ne sono stati altri hai voglia di parlarcene?
– Primissima esperienza, o meglio, altri progetti che avevo preparato in passato non rispettavano gli IP di IDEAS.
Conosco alcuni costruttori italiani che come te hanno fatto centro! Parlando con loro, mi hanno confidato che la caccia ai voti si è trasformata in un vero e proprio lavoro che ha assorbito molto del loro tempo libero. Anche per te si è trasformata in una ricerca assidua di consensi oppure la MOC è piaciuta così tanto che i voti scendevano a pioggia senza alzare un dito? La prima cosa che facevi quando ti svegliavi al mattino era controllare se avevi preso nuovi aiuti? In quanto tempo hai raggiunto il fatidico traguardo?
– È magnifico sapere che altri costruttori hanno provato lo stesso disagio 😂 É vero, diventa un vero e proprio lavoro, soprattutto quando sei un pesciolino in un oceano di squali. Inizialmente utilizzi i mezzi che sono alla portata di tutti per far conoscere il tuo lavoro: Instagram, Facebook, Reddit. I voti iniziano ad arrivare poco alla volta e se aggiungi una bella presentazione del lavoro, tale da renderla subito riconoscibile, arrivi in “main page”, ricevi una staff pick ( se hai la fortuna ) e da quel momento il contatore inizia a salire senza problemi. E comunque, non aspettavo la mattina per controllare i voti, lo facevo anche durante la notte 😂
Come ti sei mosso per ottenere questi 10.000 supporters? Avevi un team di amici che ti hanno aiutato oppure hai fatto tutto da solo?
– Matteo (menzionato pocanzi) mi ha dato alcune importanti dritte prima di caricare il progetto, su come muovere i primi passi, per il resto mi sono arrangiato dalla mia stanzetta. Qualcuno disposto ad aiutarmi c’è stato poiché la condivisione è la chiave di tutto il processo.
Bene, adesso concentriamoci su di “LEI”. Facci una bella descrizione del tuo gioiellino. Quanti pezzi ci sono, quanto misura, quanto ci hai messo. Inoltre descrivici tutto, sia gli esterni che gli interni e come hai realizzato le minifigures. Insomma fai finta di non aver ancora ricevuto un singolo voto e cerca di venderci il prodotto.
– La costruzione è composta da 2.197 pezzi, alta 34,2, profonda 13,5 e larga 26 cm. È suddivisa in 4 moduli: piano terra, primo e secondo piano e finisce con una mansarda. Ogni singolo modulo si aggancia perfettamente ad un altro (ovviamente i piani non posso essere intercambiati) e comunicano tra loro attraverso una scala interna di 17 gradini in totale, numerazione reale della descrizione della casa. Esternamente è una classica costruzione britannica art dèco di quell’epoca dove gli elementi che possono risaltare alla vista sono: la balconata, la pavimentazione a scacchi prima dell’ingresso, la piccola arcata sopra la porta principale con le due lanterne poste ai lati (come nella reale costruzione) e la classica finestra in stile inglese. Seguono elementi di minore importanza come: il lampione sul marciapiede, la grondaia, le finestre incorniciate dei piani superiori e una piccola finestra che esce dal tetto. Entrando nella casa trovate un piccolo ingresso che ospita la scalinata verso i piani superiori, un soggiorno, illuminato da un grande lampadario, con orologio a pendolo e libreria per finire nella cucina arredata da un fornellino a legna, un lavatoio, una credenza, un pensile e un tavolino. Salendo al primo piano ci spostiamo nella sala del camino, luogo dove Sherlock e Watson esaminavano i loro casi ed esponevano le proprie deduzioni. Subito dopo entriamo nella camera da letto di Watson, composta da un letto, un caminetto e un comodino. Salendo ancora, arriviamo nell’ufficio/laboratorio di Sherlock. Qui vige il caos, scrivania in completo disordine: giornali, provette, microscopio e altri attrezzi da lavoro. La testa di un mastino sul muro, un serpente imbalsamato (si fa riferimento a due delle opere più importanti di Doyle: il mastino di Baskerville e le avventure della banda maculata) e uno scheletro (Sherlock apprezzava particolarmente l’anatomia) , per arrivare nella sua camera da letto con: un letto, un armadio e una mensola con abatjour e altri libri. Sul soffitto della camera troviamo un’apertura che conduce in mansarda, dove per questioni di spazio non sono riuscito a renderla particolarmente funzionale.
Brickman, il noto giudice che abbiamo un po’ tutti conosciuto con la serie LEGO MASTERS OF AUSTRALIA, dice sempre che nelle MOC bisogna saper raccontare una storia per catturare la sua attenzione. Che tipo di storia c’è all’interno della tua? Ci si può rifare ad un episodio in particolare?
– Qui non c’è una storia in particolare, tutti conosciamo Sherlock Holmes. Ho voluto ricreare un’ambientazione dove ogni persona o meglio ancora bambino, potesse ricreare una propria avventura mettendo a disposizione una casa, i 4 personaggi chiave e un mezzo di trasporto per rendere il tutto più giocabile possibile.
Quando l’ho visto la prima volta, ho apprezzato molto il calesse. Qual è la cosa di questo progetto che più piace a te stesso? Inoltre, c’è una tecnica o una soluzione ad un problema, che quando l’hai trovata hai gridato “Eureka!” e ti rende ancora adesso orgoglioso?
– La cosa che più mi piace del progetto è il piano terra, non so esattamente il motivo, forse per l’ingresso che mi piace molto, o la finestra che mi restituisce quell’effetto “British”. Il Calesse può sembrare un elemento secondario, ma nella sua semplicità mi piace 😂. No, fortunatamente non ho gridato EUREKA!!
Quali difficoltà hai incontrato nella progettazione e quali parti avresti voluto migliorare, ma che alla fine hai deciso di tenere così come sono? Per esempio, il tetto ti sarebbe piaciuto migliorarlo con tecniche più avanzate oppure quella è stata la tua scelta sin dall’inizio e che quindi andava bene così?
– L’elemento che mi ha fatto perdere del tempo è stato per l’appunto il Calesse. Mi sono basato principalmente su fotografie di carrozze dell’epoca (ne esistono di svariati modelli) e prendendo spunto da varie immagini ho disegnato un “Calesse 2.0” 😆. Inoltre anche l’arcata dell’ingresso mi ha creato problemi di stabilità che dopo un paio di giorni sono riuscito a risolverla. Per il tetto avrei indubbiamente preferito “tegolarlo”, e in progettazione avevo anche tirato giù una bozza che mi piaceva, ma il problema è che fin dall’inizio mi ero imposto di progettare un qualcosa di medio/grande utilizzando il minor numero di elementi. Inoltre alcuni hanno storto il naso sul fatto che la casa fosse aperta posteriormente. Anche qui, dopo aver fatto qualche prova, mi sono ritrovato davanti un inutile muro (apribile) di 34cm e un grande spreco di BRICK. In questa configurazione la vedo molto più immediata e giocabile.
C’è una scena di un film o un fotogramma che hai usato per la realizzazione della residenza sita al famoso indirizzo? Ce la puoi mostrare?
– Sinceramente no, mi sono basato sulla facciata reale dell’indirizzo, il resto è solo immaginazione.
Ti faccio una domanda un po’ più generica non incentrata su questa tua MOC. Quando progetti qualcosa, come lavori? Realizzi un modello oppure usi un software specifico, o adotti un misto delle due opzioni? Inoltre, ti ispiri a dei precisi modelli oppure è tutto frutto della tua fantasia?
– Le mie tasche mi impongono di lavorare su software (STUD.IO), anche se sarebbe fantastico disporre di una grande quantità di sfuso ed assemblare al momento. Una volta terminato il progetto in digitale, impagino le istruzioni di assemblaggio e acquisto i vari elementi su Bricklink. Rispondendo alla tua ultima domanda, tutti i lavori sono basati su dei miei concept personali, non ci sarebbe gusto a fare un copia e incolla di una cosa già vista.
Sicuramente avrai delle tecniche alle quali sei affezionato. Ti va di dirci quali e come mai? Ti ripeto la stessa domanda ma riferita ad un pezzo. Ne hai uno preferito?
– La tecnica SNOT è una di quelle che ti dà la possibilità di risolvere diverse situazioni. Solitamente siamo abituati ad avere i pezzi sovrapposti, ma con gli STUDS rivolti anche lateralmente si ha la possibilità di andare oltre la classica costruzione. Pezzo preferito? Dio benedica i BRACKET…quando sei in difficoltà loro risolvono la maggior parte dei problemi.
Sento un rumore di mattoncini che sfregano tra di loro, mentre sei alla ricerca di quello giusto. Cosa bolle in pentola? Stai già preparando qualcos’altro oppure per un po’ ti godi il risultato ottenuto, aspettando l’esito della review?
– Non mi piace restare fermo, proprio adesso sto assemblando il set di Stranger Things e voglio godermi una pausa tra computer e rendering. Per il momento non ho nulla su cui lavorare e quando non si ha ispirazione è meglio attendere che sia lei a raggiungere te e mai il contrario.
A proposito di quest’ultima. Parlando con altri costruttori italiani che hanno raggiunto il tuo stesso obiettivo, ho notato che sono stati sempre con i piedi ben piantati per terra e non si sono fatti quindi grosse illusioni. Tu come sei messo? È ovvio che ci speri, ma sinceramente, credi che sia il genere di cose che la LEGO possa davvero produrre? Insomma, hai un pizzico di ottimismo da vendere oppure non ti aspetti nulla e quello che arriverà, se sarà una buona notizia, è tutto di guadagnato?
– Penso di essere la persona più pessimista in famiglia. Nella vita ho avuto molte false speranze, inoltre la presunzione non ripaga mai perciò, a prescindere dall’esito, è comunque stata una bellissima esperienza, soprattutto per crescere.
Molto spesso, ogni AFOL ha una famiglia alle spalle che spesso lo sostiene ed altre volte gli rema contro. Come si approcciano i tuoi cari con la tua passione?
– Dipende, la mia ragazza è entusiasta perché vivendo lontano da casa è l’hobby che mi consente di non pensare alla nostra distanza, ma a volte capita di esagerare dimenticando altre più importanti priorità.
Ti sei mai chiesto come sarai tra dieci anni? La tua passione per i LEGO sarà la stessa oppure ti sei dato una scadenza per passare ad altro di più stimolante?
– Per il momento vivo con molto entusiasmo questa fase, poi si sa, la vita è imprevedibile.
Ultimamente il format televisivo LEGO MASTERS sta avendo una versione in quasi tutte le nazioni dove i LEGO sono maggiormente venduti. Se la facessero anche in Italia, ti piacerebbe farne parte? Come sfida come la trovi? Ti senti un costruttore in grado di lottare contro il tempo oppure sei più un builder riflessivo che migliora le proprie opere dopo svariati tentativi?
– Sarebbe stupendo partecipare ad un’esperienza simile, soprattutto in coppia con un costruttore di un pianeta completamente diverso dal mio. Sono molto ansioso, quindi sì, probabilmente sentirei la pressione 😂
Ti confesso che alcune delle domande che ti ho proposto sono figlie della seguente, pertanto mi farebbe davvero piacere avere una tua risposta. Sei soddisfatto di questa intervista oppure c’è una domanda che ti piacerebbe ti venga posta? In tal caso quale sarebbe?
– Si, UNA.
Come vedi la competizione in questo settore in ITALIA?
Spesso e volentieri non riusciamo ad unirci alla perfezione come le costruzioni. Molti costruttori tendono a guardarti dall’alto e magari ti deridono sentendosi migliore di te. Non dovrebbe essere questo lo scopo. Abbiamo molto da imparare gli uni dagli altri e se uno possiede grandi doti deve solo stimolare gli altri a raggiungere determinati livelli, continuando a perseverare. Siamo una comunità stupenda e non abbiamo nulla da invidiare rispetto agli AFOL di altre nazioni.
Hai fatto davvero un’ottima domanda che pone un problema a volte molto reale. Ti assicuro che nel mio piccolo ci sto lavorando nel migliorare le cose, almeno nel gruppo FACEBOOK che gestisco.
Ti ringrazio per la bellissima esperienza e spero che un domani potrò stringerti la mano di persona.
Sarà un vero piacere, a presto e grazie ancora.